martedì 7 aprile 2009

I segreti della stereoscopia 3D

Gli operatori che in Italia lavorano in 3D stereo oggi si contano su una sola mano. Tra questi l’italiana DBW Communication, un’azienda operante nel settore delle produzioni audiovisive e multimediali, specializzata nel campo del documentario e delle produzioni televisive in formato HD e 3D stereoscopico. Le produzioni audiovisive dell’azienda amministrata da Stefano Rebechi sono state presentate e premiate nei principali festival internazionali dedicati al cinema e alla televisione di qualità (venezia, festival torino, iffla los angeles). Questa professione comprende una serie di complessità tecniche in quanto impostate sulla stereoscopia. “Oggi nasce una nuova figura professionale, quella dello stereografo, mai apparsa nella storia del cinema – afferma Rebechi – un professionista che interviene in tutte le fasi della realizzazione di qualunque filmato o audiovisivo in 3D, le fasi non sono solo quelle tecniche, ma anche quelle di sceneggiatura, regia, direzione attori, montaggio e post produzione. Senza considerare l’aspetto del cinema digitale”. Si tratta di una svolta rivoluzionaria paragonabile al passaggio dal cinema muto a quello sonoro. Per realizzare questo genere di prodotto è necessario utilizzare coppie di stereocamere, in grado di riprodurre la visione umana per raggiungere il risultato della profondità della scena. Ma che cosa significa 3D stereoscopico? Il termine stereoscopia deriva dal greco stereos “solido” e scopos “che guarda”, in sostanza la riproduzione e osservazione delle immagini che permette la percezione della profondità, del rilievo. La visione binoculare umana avviene attraverso tre fenomeni. Il primo è la percezione simultanea, attraverso la quale i nostri occhi sono in grado di osservare contemporaneamente il medesimo soggetto e rilevare due immagini lievemente diverse. Il secondo è la fusione, momento in cui il cervello crea una rappresentazione visiva singola dalla sovrapposizione delle due immagini. Nel terzo fenomeno, la stereopsi, il cervello interpreta questa rappresentazione traendo le informazioni sulla profondità e sulla posizione spaziale dell'oggetto osservato. La tecnica della ripresa stereoscopica riproduce i primi due fenomeni per creare rappresentazioni visive che inducano l'osservatore al terzo. Il fenomeno della percezione simultanea viene riprodotto servendosi di due camere sincronizzate che, posizionate a una determinata angolazione e distanza di interasse, riprendono contemporaneamente lo stesso soggetto. Il momento della fusione si ricrea in fase di post-produzione. I due punti di vista, occhio destro - occhio sinistro, vengono trasformati digitalmente in un'unica immagine stereoscopica. La stereopsi si ottiene durante la visione, quando l'immagine stereoscopica viene reinterpretata dal cervello ricavando la percezione della profondità spaziale. Nelle prime due fasi, le variabili per ottenere una corretta ed efficace immagine stereoscopica, sono molte e complesse. Le immagini realizzate senza tener conto di queste variabili, vengono percepite dal cervello come inesatte e provocano sensazioni spiacevoli fino ad arrivare a forti emicranie e nausee. La conoscenza tecnica, l'esperienza e la creatività fanno sì che il risultato finale, sia un prodotto a forte impatto emotivo per l'osservatore che non faccia in alcun modo risentire disagi nella visione dell'immagine.

2 commenti:

  1. Fantastica questa nuova rivoluzione (?), ma come mai a Firenze non c'è nemmeno una sala per vedere il nuovo cartoon "mostri Vs. alieni" ?

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  2. Perchè in Italia la parola digitale spaventa ancora molti, specie nel settore cinematografico.

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